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Come affrontare una analisi - percorrendo una mostra
E' chiaro che sia l'aspetto dell'analisi della realtà che quello dell'intervento in essa , sono entrambi presenti nel processo di creazione artistica, ma è anche vero che uno di questi aspetti può apparire talvolta, più rilevante dell'altro. Se invece la loro scissione appare intenzionale nell'artista e nel suo modo di strutturare la forma, bisogna prestare grande attenzione a ciò che può decadere in retorica, discorso e orazione intenzionale, rispetto a ciò che è invece indagine, problema e dubbio.
L'opera può assumere connotazioni segniche e formali specifiche e caratterizzate (incisioni, decisione del tratto, contrasti cromatici, lacerazioni oppure campiture, percorsi lineari, "sfericità", trascolorazioni) a seconda che l'artista abbia ritenuto maggiormente necessario "l'intervento", la proposta, o se abbia inteso lasciare le sue mani lavorare fuori dall'urgenza e dal fervore emotivo per capire lo stato del proprio procedere, Sulle specifiche scelte formali possono intervenire anche determinate condizioni storiche o ambientali che rendono urgente la scelta dell'impegno provocatorio o quella della ricerca lenta su tematiche vaste, inesauribili, quali quelle che percorrono la coscienza: ma è importante stabilire che un'opera comunque, anche quando lavora ad interpretare il senso del "Reale", interviene sul reale stesso e così, quando intende esplicitamente intervenire in esso, implicitamente non fa che interpretare. Quando noi esternamente, da lettori "critici" utilizziamo queste chiavi di lettura per penetrare nel senso dell'opera che abbiamo di fronte, non facciamo altro che metterci in ascolto, provando a ricostruire origine e senso di una determinata scelta espressiva, provando ad entrare all'interno della funzione potenziale che le opere d'arte racchiudono in loro, tanto per il nostro contesto culturale che per la nostra personale formazione interiore. Di fronte ad una selezione apparentemente eterogenea di opere, periodi, sensibilità, intenzioni, una mostra dove siano presenti più artisti, va percorsa in modo da trovare delle associazioni visive, segniche, contenutistiche che possano tenere insieme i difformi anelli di una catena. Se visivamente i legami possono intuirsi, è necessario provare a saldarli anche intellettualmente. E' vero anche l'aspetto contrario: può darsi evidente un legame intellettuale e concettuale ma non necessariamente una omogeneità visiva; è importante comunque l'atto autonomo della ricerca da parte dello spettatore che dovrebbe essere soltanto "causato" dal curatore della rassegna, fornendo delle chiavi interpretative e delle varianti possibili al percorso visivo o a quello "concettuale" che ha inteso allestire. Anche la presenza del dissimile non deve sconcertare, soprattutto se la mostra è costituita attorno ad un "tema" culturalmente aperto e problematico: non importa scontrarsi con la diversità, il dissimile, la variante, perché oggi la nostra cultura, debole di principi ideologici è strutturata sulla coesistenza paritetica della molteplicità di proposte ed è all'interno e in relazione a quelle che facciamo le nostre scelte e le nostre proposte. La critica oggi credo che debba accettare le sfide del molteplice, le sfide di una complessità che ci confonde. Dovrebbe forse provare a dare senso a questa apparente entropia di stimoli visivi che stravolge l'arte contemporanea. Dov'è il senso della diversità ? Qual è il legante tra tale infinite variabilità ? Dov'è il discrimine della qualità ? Del resto è proprio la dimensione variabile e dissimile dell'esistente che dovrebbe indurci a affondare la comprensione nella variabilità piuttosto che chiuderci a difesa di certezze a volte indimostrabili: l'esperienza stessa è apertura alle possibilità di comprendere e il nostro approccio con la realtà avviene praticandolo e non teorizzandolo. Intendo dire che il formare se stessi avviene provando se stessi con il confronto, per cui anche l'arte può diventare un modo concreto per esperire l'identità del proprio essere nel mondo, quanto più realmente la si frequenti e la si cerchi di comprendere, al di là dello stesso "piacere" o dispiacere estetico che essa ci può provocare. Le risposte vanno cercate in diverse direzioni, ma soprattutto il viaggio più interessante è dentro l'Uomo/artista e nella sua infinita possibilità creativa: umanisticamente dobbiamo cercarle nella sostanza della sua esistenza, nella sua dolorosa e travagliata storia che prova a dar senso a se stessa; cercarle nelle anime che non possono non dire qualcosa di se stesse. Ognuna, trama di un disegno complesso, che è quello che anche noi non artisti, contribuiamo a disegnare.
Theorèin - Maggio 2004
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